Ai progettisti è richiesta una nuova consapevolezza. Quella ecologica. Così Giuseppe Rossi, l’architetto progettista de Lo Scudo di Stabio, ha illustrato la nascita e l’evoluzione del progetto in occasione della consegna della certificazione SNBS (Standard Costruzione Sostenibile Svizzera), assegnata per la prima volta a un edificio ticinese.
“Dobbiamo diventare tuti consapevoli dello sforzo che dobbiamo compiere nel progettare - ha spiegato Rossi -. Dalle scelte dei materiali alle relazioni sociali”
Nel caso de Lo Scudo di Stabio la copertura in sughero, ha detto Rossi, è un esempio fortemente simbolico di questa consapevolezza. “Il sughero - ha ricordato - si produce con cicli decennali: per dieci anni devo rispettare e trattare bene la pianta e poi posso prenderne la corteccia, vi è alla base il concetto di prendersi cura per garantire un ricambio e una rigenerazione continua”.
L’involucro dell’edificio è stato realizzato in legno con 40 centimetri di materiale isolante e si sono utilizzate soluzioni di prefabbricazione modulare come per le cellule dei bagni.
Per lo zoccolo sospeso, “il calcestruzzo armato è stato prodotto con riciclo fino a dove si poteva arrivare”. Si è puntato alla modularità delle singole unità ed è stata controllata l’ermeticità di ognuna.
“Anche per gli scavi - ha spiegato Rossi -, si è consumato terreno il meno possibile. Solo per realizzare i locali tecnici”.
L’edificio è stato orientato rispetto all’orografia e all’irraggiamento solare. Mentre il piano terreno è aperto, trasparente con un’idea di dimensione sociale, che prosegue nel giardino dove si possono raccogliere le spezie: “Con i miei collaboratori - ha raccontato Rossi - in occasione di un meeting, abbiamo poi raccolto il basilico e fatto dei vasetti di pesto”.
Lo Scudo di Stabio è un edificio tecnologicamente evoluto, realizzato con materiali sostenibili ma anche aperto verso il territorio. Ecco cosa significa consapevolezza ecologica.